CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA: OMOSESSUALITA’: peccati di “sodomia”

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ARTICOLO 6 
IL SESTO COMANDAMENTO

« Non commettere adulterio » (Es 20,14). 217

« Avete inteso che fu detto: “Non commettere adulterio”; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28).

Castità e omosessualità

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

DAL CATECHISMO DEL PAPA SAN PIO X:

  1. Tra i peccati mortali, quali sono più gravi e funesti?
    Tra i peccati mortali sono più gravi e funesti i peccati contro lo Spirito Santo e quelli che gridano
    vedetta al cospetto di Dío *.
  • Formola 24, 25.
  1. Perchè i peccati contro lo Spirito Santo sono dei più gravi e funesti?
    I peccati contro lo Spirito Santo sono dei più gravi e funesti, perchè con essi l’uomo si oppone ai doni spirituali della verità e della grazia, e perciò, anche potendolo, difficilmente si converte.
  2. I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, perché sono dei più gravi e funesti?
    I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, sono dei più gravi e funesti, perchè direttamente contrari al bene dell’umanità e odiosissimi, tanto che provocano, più degli altri, i castighi di Dio.
  3. Che cosa particolarmente giova a tenerci lontani dal peccato?
    A tenerci lontani dal peccato giova particolarmente il pensiero che Dio è da per tutto e vede il
    segreto dei cuori e la considerazione dei Novissimi *, ossia di quanto ci attende alla fine di questa
    vita e alla fine del mondo.
  • Formola 26
    24 I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO.
    1)Disperazione della salute; 2) presunzione di salvarsi senza merito; 3) impugnare la verità
    conosciuta; 4) invidia della grazia altrui; 5) ostinazione nei peccati; 6) impenitenza finale.

  • 25 I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO.
    1) Omicidio volontario; 2) peccato impuro contro natura; 3) oppressione dei poveri; 4) defraudare
    la mercede agli operai.

LA SACRA BIBBIA

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Edizione CEI

NUOVO TESTAMENTO:

lettera di San Paolo Apostolo ai Romani

capirolo 1 versetti:

[18] In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia,

[19] poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.

[20] Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;

[21] essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.

[22] Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti

[23] e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

[24] Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,

[25] poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

[26] Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.

[27] Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento.

[28] E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno,

[29] colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori,

[30] maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori,

[31] insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.

[32] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.

Lettera di San Giuda Taddeo:

capitolo 1 versetti:

Ora io voglio ricordare a voi, che già conoscete tutte queste cose, che il Signore dopo aver salvato il popolo dalla terra d’Egitto, fece perire in seguito quelli che non vollero credere,

[6] e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno.

[7] Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.

[8] Ugualmente, anche costoro, come sotto la spinta dei loro sogni, contaminano il proprio corpo, disprezzano il Signore e insultano gli esseri gloriosi.

Prima lettera di San Paolo Apostolosto ai Corinzi:

capitolo 6, versetti:

[9] O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri,

[10] né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.

[11] E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!

[12] “Tutto mi è lecito!”. Ma non tutto giova. “Tutto mi è lecito!”. Ma io non mi lascerò dominare da nulla.

[13] “I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!”. Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo.

[14] Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.

[15] Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai!

[16] O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo.

[17] Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito.

[18] Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo.

[19] O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?

Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati

capitolo 5, versetti:

Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio,

[20] idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,

[21] invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.

[22] Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;

[23] contro queste cose non c’è legge.

[24] Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri.

Seconda lettera di San Pietro Apostolo

Capitolo 2, versetti:

[4] Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissitenebrosi dell’inferno, serbandoli per il giudizio;
[5] non risparmiò il mondoantico, ma tuttavia con altri sette salvò Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un mondo di empi;

[6] condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.

[7] Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati.

ANTICO TESTAMENTO:

Libro del Levitico

capitolo 18, versetti:

[19] Non ti accosterai a donna per scoprire la sua nudità durante l’immondezza mestruale.

[20] Non peccherai con la moglie del tuo prossimo per contaminarti con lei.

[21] Non lascerai passare alcuno dei tuoi figli a Moloch e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.

[22] Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio.

[23] Non ti abbrutirai con alcuna bestia per contaminarti con essa; la donna non si abbrutirà con una bestia; è una perversione.

[24] Non vi contaminate con nessuna di tali nefandezze; poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi.

[25] Il paese ne è stato contaminato; per questo ho punito la sua iniquità e il paese ha vomitato i suoi abitanti.

[26] Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è nativo del paese, né il forestiero in mezzo a voi.

[27] Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi e il paese ne è stato contaminato.

[28] Badate che, contaminandolo, il paese non vomiti anche voi, come ha vomitato la gente che vi abitava prima di voi.

[29] Perché quanti commetteranno qualcuna di queste pratiche abominevoli saranno eliminati dal loro popolo.

[30] Osserverete dunque i miei ordini e non imiterete nessuno di quei costumi abominevoli che sono stati praticati prima di voi, né vi contaminerete con essi. Io sono il Signore, il Dio vostro”.

Libro della Genesi:

Capitolo 18, versetti:

Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli.

[17] Il Signore diceva: “Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare,

[18] mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?

[19] Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso”.

[20] Disse allora il Signore: “Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave.

[21] Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!”.

[22] Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore.

[23] Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio?

[24] Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?

[25] Lungi da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?”.

[26] Rispose il Signore: “Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città”.

[27] Abramo riprese e disse: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…

[28] Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?”. Rispose: “Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque”.

[29] Abramo riprese ancora a parlargli e disse: “Forse là se ne troveranno quaranta”. Rispose: “Non lo farò, per riguardo a quei quaranta”.
[30] Riprese: “Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta”. Rispose: “Non lo farò, se ve ne troverò trenta”.

[31] Riprese: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti”. Rispose: “Non la distruggerò per riguardo a quei venti”.

[32] Riprese: “Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci”. Rispose: “Non la distruggerò per riguardo a quei dieci”.

[33] Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.

libro della Genesi capitolo 19, versetti:

[13] Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a distruggerli”.

[14] Lot uscì a parlare ai suoi generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: “Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere la città!”. Ma parve ai suoi generi che egli volesse scherzare.

[15] Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: “Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città”.

[16] Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.

[17] Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: “Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!”.

[18] Ma Lot gli disse: “No, mio Signore!

[19] Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia.

[20] Vedi questa città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva”.

[21] Gli rispose: “Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato.

[22] Presto, fuggi là perché io non posso far nulla, finché tu non vi sia arrivato”. Perciò quella città si chiamò Zoar.

[23] Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar,

[24] quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore.

[25] Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.

[26] Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.

[27] Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore;

[28] contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

[29] Così, quando Dio distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.

Quali sono i Peccati che Gridano Vendetta al cospetto di Dio.

Secondo il catechismo di san Pio X sono 4 i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio:
1 commettere omicidio volontario,
2 l’atto impuro contro natura
3 oppressione dei poveri
4 defraudare l’operaio della giusta mercede.
In base a quale criterio Pio X ha fatto questo elenco?
a mio avviso il più grave atto contro Dio è l’idolatria: e difatti i primi tre comandamenti lo attestano. Inoltre Gesù ha detto che tutti i peccati saranno perdonati, soltanto il peccato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questa vita né nell’altra: ossia l’ostinazione nel peccato e l’incapacità di aprirsi alla grazia dello Spirito.
Capisco la gravità dei peccati elencati, ma addirittura che gridino vendetta…..mi sembra una dicitura poco pastorale, e che non tiene conto della misericordia di Dio.
Alla luce di quanto le ho detto, quello sancito da Pio X nel suo catechismo mi pare un” ordine” di peccati quantomeno arbitrario.
Inoltre le volevo chiedere se tali peccati si trovano anche elencati nel nuovo catechismo, quello del 1992, sempre sotto la stessa dicitura, oppure sono stati eliminati non come peccati – ovviamente – ma come peccati che gridano vendetta verso Dio.

1. la dicitura è tratta dalla Sacra Scrittura che usa questo linguaggio di “gridare verso il cielo” proprio per i quattro peccati menzionati.
Quindi Pio X ha ripreso pari pari quanto afferma la Sacra Scrittura in vari passi e l’ha messo in colonna.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica tralascia il gridare vendetta e si limita a dire che questi peccati gridano verso il cielo (CCC 1867).

2. Secondo la Sacra Scrittura gridano verso il cielo l’omicidio volontario, il peccato impuro contro natura, l’oppressione dei poveri, la frode della mercede agli operai.

– a proposito del peccato impuro contro natura, che si identifica con il peccato dei sodomiti, degli abitanti di Sodomia (è il peccato di omosessualità): “Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!» Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli»” (Gn 18,20) e “Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli” (Gn 19,13).

LA CONDANNA DELL’OMOSESSUALITA’ NEL PENSIERO DEI SANTI

Dice San Paolo: “…Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento….. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa” (Rm 1, 26-32); Ma veniamo a qualche altra citazione: “…Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio” (1 Cor. 6,9-10); “…La legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i padricidi e matricidi e omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d’uomini, i bugiardi, gli spergiuri…”(1 Tm. 1,9).

Fu, in segutio, lo stesso Sant’Agostino (dottore e padre della Chiesa) a dire: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di se stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venir violata” (Sant’Agostino, Confessioni, c.III, p.8);

E San Gregorio Magno, nel suo grandioso apostolato, non si dimenticò di asserire: “Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodomia dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso” (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, pag. 371);

San Pier Damiani, dato che si erano accese delle questioni in merito, ribadì, senza se e senza ma: “Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, caccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima” (San Pier Damiani – dottore della chiesa e grande riformatore dell’Ordine Benedettino – Liber Gomorrhanus, in Patrologia latina, vol. 145, coll. 159-190);

San Tommaso D’Aquino, dal canto suo, volle ribadire il concetto che l’omosessualità è una gravissima offesa a Dio: “Nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura” (S. Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, II-II, q. 154, a. 12);

Santa Caterina da Siena e San Bernardino da Siena, addirittura affermano che la sodomia è il peccato più grave, dopo quello contro lo Spirito Santo e, comunque, se la sodomia è praticata con persistenza, in violazione dei dettami di Dio, anch’esso diventa peccato a cui non c’è perdono. Nel suo Dialogo della divina Provvidenza, in cui riferisce gli insegnamenti ricevuti da Gesù stesso, Santa Caterina così si esprime sul vizio contro natura: “Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato”.

“Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia che un altro, perocchè questo è maggior peccato che sia” (San Bernardino da Siena, Predica XXXIX in: Prediche volgari, p. 915);

San Pietro Canisio (dottore della Chiesa) non ebbe paura di dire che l’omosessualità viola sia le leggi divine che quelle naturali: “…Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale” (San Pietro Canisio – dottore della Chiesa- Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455).

I peccati che portano più anime all’Inferno sono i peccati della carne
[La Madonna a Fatima]

Dopo il 1968, anno della rivoluzione sessuale, si è assistito ad un crescente e sempre più invadente dilagare dell’oscenità, del nudismo e del libertinaggio sessuale. Con la scusa della fine dei tabù e del “sesso libero”, si è assistito ad uno dei più degradanti fenomeni culturali di tutti i tempi, aggravato dal fatto che esso ha preteso di rovesciare duemila anni di morale cattolica, bollandola come retrograda, anacronistica ed oscurantistica. La verità è che la legge di Dio, checché ne dica talora perfino qualche ministro di Dio che gioca incautamente a fare “il moderno” e “l’aperto”, è sempre la stessa e su questa materia è quanto mai chiara ed inequivoca. Già la Madonna a Fatima, dopo aver mostrato l’Inferno ai pastorelli, ebbe modo di dire, alla piccola Giacinta, che “i peccati che portano più anime all’Inferno sono i peccati di carne”.
Su questo argomento il Nuovo Testamento è quanto mai eloquente, sia nel descrivere i vari tipi di peccato impuro, sia nello stigmatizzarne, in modo inesauribile, le gravissime conseguenze e l’estrema severità di Dio nel punirli in questa e nell’altra vita. Vediamone alcuni tra i più importanti, cominciando dalle lettere di san Paolo.
Fratelli, il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si da alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (Prima lettera ai Corinzi, 6,13.16-20).
La volontà di Dio è la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso (Prima lettera ai Tessalonicesi, 4,3-7)
Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio (Lettera ai Galati, 5,19-21).
Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disobbediscono (Lettera ai Colossesi, 3,5-6)
Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – che è roba da idolatri – avrà parte al regno di Cristo e di Dio (Lettera agli Efesini, 5,3-5).
Perciò Dio ha abbandonato i pagani all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi… Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata (Lettera ai Romani, 1,24-28).
Infine un brano dell’apostolo Pietro.
Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina. Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di impropèri. Essi stimano felicità il piacere d’un giorno; sono tutta sporcizia e vergogna; si dilettano dei loro inganni mentre fan festa con voi; han gli occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili di peccato, adescano le anime instabili, hanno il cuore rotto alla cupidigia, figli di maledizione! (II lettera, 2,1-2.13-14).
Come si vede si condannano senza mezzi termini vari tipi di atti impuri: la fornicazione, l’impudicizia, il libertinaggio, le orge, l’impurità, l’omosessualità, la dissolutezza. Vediamo ora di individuare le specie ed i generi di peccati impuri, facendo anche chiarezza sul significato di alcuni dei termini appena menzionati.
L’impurità è un genere di peccato, che racchiude al suo interno varie specie in cui si articola. È molto importante conoscerle bene anche ai fini della confessione perché, come è noto, i peccati mortali vanno confessati per specie (non basta farlo in modo generico), numero e circostanze. I peccati impuri si possono anzitutto suddividere in due grandi tipologie: alcuni peccati infatti offendono la santità della sessualità umana in se stessa ed il disegno di Dio su di essa, altri invece offendono direttamente la santità del matrimonio e la castità coniugale. Appartengono al primo gruppo i seguenti peccati.
Masturbazione. La masturbazione offende la sessualità umana in quanto ricerca il piacere sessuale al di fuori in maniera solitaria, escludendo ogni relazione, in modo quindi fine a se stesso e per il puro godimento fisico.
Petting. Il cosiddetto petting (ricerca del piacere sessuale con atti diversi dall’atto coniugale) offende la santità della sessualità umana in quanto è finalizzato al conseguimento del piacere sessuale dentro la relazione uomo–donna ma non come coronamento di un atto di donazione totale aperto alla trasmissione della vita. Il principio egoistico del piacere ne è alla base. I moralisti hanno sempre insegnato che alcuni degli atti tipici del petting sono leciti all’interno del matrimonio in quanto preparatori dell’atto coniugale.
Fornicazione. È la vera e propria congiunzione carnale compiuta al di fuori del matrimonio. Offende la santità della sessualità umana in quanto pone in essere anzitutto un linguaggio non adatto alla precarietà del fidanzamento; inoltre mina e contraddice l’esclusività e l’unicità della donazione completa e reciproca di una coppia; e infine non può essere accogliente della vita, per il fatto che lede il diritto dell’eventuale nascituro ad avere una famiglia stabile in cui nascere e crescere, per cui normalmente, alla sua peccaminosità intrinseca, si aggiunge l’uso dei contraccettivi o, peggio, il ricorso all’aborto. Per non commettere il peccato di fornicazione la piccola (ma grande) Santa Maria Goretti preferì morire violentemente sotto i colpi di punteruolo di Alessandro Serenelli.
Rapporti contro natura. Sono tutte le forme di esercizio della sessualità diverse dall’atto coniugale (naturale): dai rapporti contro natura di memoria biblica (si pensi a Sodoma e Gomorra, i cui peccati hanno dato il nome ad alcune tipologie di tali peccati) a tutte le altre forme di sfrenato libertinaggio sessuale. Anche nel matrimonio vanno assolutamente evitate.
Offese al pudore e alla decenza. Si commettono non osservando la giusta misura nel vestire, specialmente da parte delle donne. Il corpo non è merce da mettere in mostra onde suscitare e provocare gli istinti bassi dell’uomo: appartiene ad una sola persona, ed essa sola ha il diritto di vederlo e di goderlo. Per questo peccato, la Madonna a Fatima ha affermato che molte donne vanno all’Inferno: “verranno mode che offenderanno molto Dio”. Oggi, l’attualità di queste parole è sotto gli occhi di tutti.
Rapporti di tipo omosessuale. Ferma restando la complessità della problematica omosessuale e la sua genesi, per cui la persona omosessuale va accolta, compresa e aiutata (ma non incoraggiata, confermata nel male o ingannata), gli atti omosessuali sono in sé sempre intrinsecamente illeciti, in quanto contraddicono radicalmente la complementarietà e reciprocità del rapporto uomo–donna in quanto mistero d’amore e fonte della trasmissione della vita.
Pornografia. Offende gravissimamente la santità della sessualità umana, in quanto rende pubblico quanto c’è di più intimo, presentandone un’immagine coincidente semplicemente con la libidine più sfrenata, in cui ogni mezzo è lecito per raggiungere il massimo piacere possibile.
Prostituzione. Offende gravemente la santità della sessualità umana come linguaggio di amore, riducendola a squallida prestazione dietro corrispettivo.
Appartengono al secondo gruppo i seguenti peccati.
Adulterio. È il compimento dell’atto sessuale con persona diversa dal coniuge. È un peccato gravissimo di cui, fino al VI secolo, qualche autore dubitava addirittura di poterne essere assolti in questa vita.
Concubinato. È la libera convivenza al di fuori del matrimonio. Contraddice gravemente la vocazione all’amore come dono totale e incondizionato di sé, che non tollera la sottoposizione a “prove” e che porta in sé il rischio insito in ogni gesto di amore autentico.
Divorzio. Contraddice gravemente l’indissolubilità del matrimonio sacramento. Un coniuge cristiano non può (e non deve) mai chiederlo, neanche se si sia separato per giusta causa. Può solo “subirlo”, stante l’attuale legislazione vigente nell’ordinamento italiano (che lo rende “automatico” su istanza anche di una sola parte dopo un certo tempo dalla sentenza di separazione).
Chiusura alla vita e fecondazione assistita. Tutti i mezzi contraccettivi (pillola, preservativo, spirale, interruzione del rapporto) contraddicono oggettivamente l’unione inscindibile tra aspetto unitivo e procreativo dell’atto sessuale, così come l’inseminazione e la fecondazione artificiale, che trasformano in diritto (avere un figlio) ciò che è puro dono di Dio.
Uso della sessualità diverso dall’atto coniugale. Anche dentro il matrimonio, non tutto è lecito. Il raggiungimento del piacere sessuale va ricercato solo e sempre come coronamento dell’atto coniugale aperto alla vita. Tutto il resto, anche dentro il matrimonio, macchia gravemente la santità del talamo coniugale.
Ingiustificata negazione dell’atto coniugale. Se uno dei coniugi, senza grave motivo, nega all’altro il “debito coniugale” commette, a giudizio di tutti gli autori “probati” della tradizione cattolica in campo morale, peccato mortale, in quanto espone il coniuge rifiutato a cercare in modo illecito la gratificazione sessuale
Desiderare o guardare con desiderio una persona diversa dal coniuge. In base alle parole di Gesù su chi guarda per desiderare (è adultero come chi commette realmente adulterio), si deve dire che i desideri e gli sguardi impuri (ovviamente consentiti), anche se non terminano nell’atto, costituiscono di per se stessi un peccato mortale.

La Chiesa non ha mode

A conclusione di questa breve rassegna su questi brutti peccati, di cui oggi si nega l’intrinseca immoralità quando, addirittura, non si incoraggiano esplicitamente, è bene ricordare ancora alcune parole della piccola Giacinta di Fatima, che ella riferiva come provenienti dalla Madonna: “Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù. Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha mode. Gesù è sempre lo stesso”. E la stessa è—e sempre rimarrà—la Sua santa legge, specialmente in tema di purezza, continenza e castità.

“I peccati che portano più anime all’ inferno sono i peccati della carne. “Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù. “Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha mode. Gesù è sempre lo stesso. “I peccati del mondo sono molto grandi.

Santa Giacinta Marto veggente di Fatima

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latvimmacolata

Ave Maria, padre Emmanuel al secolo D'Aulerio Roberto ex direttore e tecnico della trbc tele radio buon consiglio; emittente televisiva religiosa e cattolica senza fine di lucro, senza pubblicità con lo scopo di diffondere la devozione alla Madonna attraverso la Consacrazione illimitata all'Immacolata. Ora direttore e tecnico di La TV dell'Immacolata con la stessa finalità della trbc. Ave Maria|

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